
Vendite online
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Non so voi, ma quando sento parlare di vendita online, di shop, di piattaforme megagalattiche, di assistenza, supporto, dropshipping, mi viene subito un attacco di "diffidenza grave".
Secondo voi, da cosa dipende? Io mi sono fatto un'idea. Non so quanto possa essere valida, ma si basa sulla mia esperienza, su ciò che il mondo era trent'anni fa e su ciò che è diventato oggi.
Intendiamoci bene: il bottegaio scortese, il disonesto, il furbastro, sono sempre esistiti. E purtroppo, essendo parte della natura umana, esisteranno sempre. Probabilmente si evolveranno – anzi, si sono già evoluti – in una "super razza di mariuoli".
Oggi, però, hanno armi molto più potenti: algoritmi, intelligenza artificiale, tecniche di marketing raffinate. E sembra che più sei spregiudicato, più il sistema ti premi. Più soldi fai, più sfrutti le persone e le loro debolezze.
Queste "strutture" sono irraggiungibili. Hanno robot che rispondono per loro, ti fanno perdere tempo, ti rimbalzano da un servizio all'altro. Non riesci mai a parlare con qualcuno che possa risolvere il tuo problema, che col tempo diventa insormontabile e frustrante. Ma attenzione: non è un loro problema, è solo il tuo.
E qui arriva la parte peggiore: sei così arrabbiato con te stesso per non essere riuscito a comunicare con un essere umano, che la prossima volta neanche ci provi più. Missione compiuta. Hanno risolto il loro problema: non gli rompi più le scatole. Tu puoi anche cambiare fornitore, è vero. Ma sei solo uno. Loro vincono comunque.
Il mio approccio: l'opposto
Nel mio negozio online questa situazione non esiste. Dietro quel telefono ci sono io. Sulla chat ci sono sempre io. Rispondo a tutte le email, e lo faccio in tempo reale.
Non potrei guardarmi allo specchio se non lo facessi. Una volta capito come funzionano le "grandi entità", ho scelto di fare esattamente il contrario. Mi tengo la mia umanità. Nella mia imperfezione, cerco di fare del mio meglio per essere presente e dare risposte veloci e sensate.
Questa mia lotta contro i giganti del commercio si manifesta anche nella mia scarsa presenza sui Social e su Google, ridotta ai minimi termini e con un budget pubblicitario volutamente limitato.
Oggi ci sono aziende che spendono anche il 25% del loro fatturato in pubblicità sui Social e su Google. Ora vi faccio solo una domanda: secondo voi, chi paga questo investimento? Certo, l’azienda deve essere competitiva e deve vendere, ma... alla fine chi ne fa le spese?
Io ho scelto di non seguire questa logica. Preferisco costruire un rapporto diretto con chi acquista da me. Preferisco la qualità alla quantità. Preferisco la fiducia alla pubblicità martellante.
E voi? Cosa ne pensate?